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Non sono nato e cresciuto in Utah, tra i mormoni, ma sono stato allevato da cattolico, in Italia. Quando avevo 10 anni, mio padre è morto e sono dovuto maturare più velocemente, rispetto alla maggior parte dei ragazzi. A 15 anni, le domande sullo scopo della vita, da dove veniamo e dove andremo dopo aver vissuto, sono diventate molto frequenti. Leggevo molti libri, cercando di trovare le risposte, e ho avuto lunghe discussioni filosofiche con i miei amici. Molti di loro erano cattolici e avevamo l’abitudine di riunirci presso la parrocchia locale, gestita dai Salesiani di Don Bosco, per discutere di religione e di eventi attuali.
Ho sempre avuto una mente curiosa, ed ero disposto ad imparare dai libri, ma ero anche alla ricerca di qualcosa da vivere. Non mi sono mai piaciuti i dogmi e i misteri che non possono essere compresi, ma devono essere accettati con una fede cieca, o perché una persona importante ha detto così. In breve, non mi piaceva essere una pecora che seguiva il gregge senza sapere dove stava andando e, quindi, ho deciso di scoprire da me stesso quale fosse il cammino. Pertanto, mi sono imbarcato in un viaggio, alla scoperta di me stesso, e di ciò che fosse vero e ciò che non lo fosse.
Crescendo, ho notato che molti amici della mia età, e molti adulti, accettavano i dogmi e i misteri senza discussioni, altri li rifiutavano completamente, ma pochi si chiedevano se ci fossero alternative, o si preoccupavano di cercare qualcosa di meglio. D’altra parte, sono sempre stato attratto dalla religione, ma non potevo accettare di essere tenuto al buio e delegare a una casta di sacerdoti la mia conoscenza di Dio o la mia salvezza. Volevo sapere da me. Inoltre, non mi piaceva l’idea di dover separare la vita religiosa dal matrimonio, com’è tipico nella Chiesa cattolica. Ero attratto da entrambi ed io non volevo dover scegliere tra di loro.
Avevo un caro amico, Stefano, che era un membro di una piccola chiesa protestante, ed ero affascinato dal fatto che, nella sua chiesa, la gente poteva seguire una vita religiosa e sposarsi allo stesso tempo. Anche piccoli esempi come questi possono fare una grande differenza, con il passare del tempo, persino per qualcuno come me, immerso in una forte cultura cattolica.
Nella mia ricerca di risposte, sono stato attratto da molti autori e libri. Ho dovuto studiare filosofia per tre anni al liceo, ma ben presto è diventata una passione e non solo un oggetto di studio. Alcuni dei miei libri preferiti erano di Platone, Nietzsche, e Kierkegaard. Ho avuto anche accesso a molti libri di psicologia, e alcuni dei miei preferiti erano quelli di Eric Fromm, come L’Arte di Amare o Avere o Essere.
Dopo la morte di mio padre, mia madre aveva cominciato a interessarsi di Yoga e di altre filosofie orientali. Di conseguenza anche io cominciai a leggere libri sulle religioni e filosofie orientali, come l’Induismo, lo Zen, e il Buddismo. Mi misi anche a studiare e praticare Yoga per un pò, ma lo feci come modo per avvicinarmi a Dio, cercando di avere un’esperienza diretta di Lui, e non semplicemente come un modo per cogliere dei benefici fisici.
Tutte queste idee ed esperienze stavano aprendo la mia mente. Stavo cercando qualcosa che ancora non sapevo come definire esattamente, l’Assoluto, o Dio, ma stavo soprattutto cercando risposte. In quegli anni avevo anche occasione di leggere la Bibbia. Fin da piccolo ero stato colpito dalle storie di Mosè, o di Giuseppe in Egitto, o degli Apostoli. Tuttavia, mi chiedevo spesso perché lo spirito e le sensazioni che avevo durante la lettura del Nuovo Testamento fossero così diversi da quelli che avevo quando andavo in chiesa a partecipavo di una messa, e ascoltavo un prete parlare.
Più tardi, mi sono interessato alla fisica, soprattutto a causa di libri come Il Tao della Fisica, di Fritjof Capra, un libro che tratta dei paralleli tra la fisica moderna e il misticismo orientale.
Come ho accennato in precendenza, la presenza della chiesa cattolica è stata molto forte, nel mio ambiente, mentre crescevo. Ricordo ancora una esperienza, quando avevo circa 10 anni. Un giorno, mentre ascoltavo la mia maestra elementare, mi sono chiesto: “Come può la gente non essere cattolica? Non sanno quale terribile destino li aspetta?”
Quando avevo 15 anni, però, ho avuto una di quelle esperienze che cambiano la vita. Sono andato in viaggio a Roma, con altri giovani cattolici. Eravamo arrivati da tutta Europa, per raccoglierci presso la Basilica di San Pietro ed incontrare il Papa. Durante quel viaggio, è accaduto qualcosa di speciale.
Il giorno stabilito, migliaia di giovani erano pronti a incontrare il papa. Il Papa, quando siamo arrivati, non c’era. Ci siamo tutti seduti sul pavimento della chiesa e abbiamo cominciato a cantare. Io, in realtà, non cantavo, ma ho ascoltato per almeno un’ora quei testi gregoriani. Avevo grandi aspettative, per questo speciale incontro con il Papa, ma dopo un po’ ho cominciato a pensare: “Perché sono qui, dopo tutto? Che ci faccio qui? Solo perché gli altri mi hanno detto che sarebbe stato speciale?” Ho lottato per un pò con questi pensieri, ma poi ho deciso di andare via. Ho avuto una sensazione di sollievo, quando ho lasciato la strana atmosfera della Basilica di San Pietro. Avevo uno zio, a Roma, e ho deciso di fargli visita e passare del tempo con la sua famiglia, invece che incontrare il Papa.
Sulla via del ritorno, verso la mia città, nel nord Italia, mentre viaggiavo in treno, ho avuto l’opportunità di raccontare quello che avevo fatto alla nostra guida, un sacerdote molto estroverso e amichevole. Gli ho spiegato i miei sentimenti e i miei dubbi e gli ho detto perché avevo lasciato la riunione. Ho cominciato a fare domande sulle convinzioni cattoliche. Dopo aver ascoltato e discusso con me, per qualche tempo, ha finalmente detto: “Se credi queste cose, allora non sei un cattolico”. E’ stata davvero una dichiarazione forte e stimolante, un richiamo all’ortodossia. Ero un po’ perplesso, ma ho risposto: “Allora, io probabilmente non sono un cattolico”.
Suppongo che lo Spirito del Signore fosse presente quel giorno, a sostenermi ed aprire la mia mente, perché mi sono sentito sollevato, quando ho detto quello che pensavo veramente, e non avevo paura della reazione del sacerdote. Dopo questo episodio, la mia ricerca di risposte è stata diretta principalmente al di fuori della Chiesa cattolica (anche se ho continuato a frequentarla per alcuni anni), dal momento che anche quel prete, apparentemente aperto, non era riuscito a darmi le risposte che cercavo. Di fronte a domande difficili, non riusciva a trovare niente di meglio che suggerirmi di fare affidamento alla fede cieca o considerarmi un eretico! Non potevo accettare quelle soluzioni. Avevo fede che ci fosse qualche cosa di meglio.
Dopo diversi anni da quell’episodio, in cui ho continuato ad incontrare i miei amici cattolici, ero, ormai, sempre più coinvolto nella lettura di libri sulle altre religioni.
Un autore che ebbe una forte influenza su di me, per un periodo, ad esempio, fu Sri Aurobindo. Nei suoi libri, egli suggeriva che l’umanità potesse evolvere spiritualmente, oltre i suoi attuali limiti, e raggiungere un futuro stato di esistenza “sopramentale”. Era un concetto interessante, per me, in quel momento, che mi dava qualche speranza per il futuro (si potrebbe paragonare vagamente alla speranza di un Millennio, ma con chiare differenze).
Tutte le letture che ho fatto, durante quegli anni importanti, mi stavano preparando a capire il messaggio della restaurazione. Credo che lo Spirito del Signore insegni alle persone a seconda della loro lingua e della loro comprensione, e guidi i veri cercatori, un passo alla volta, fino a quando non sono pronti per la pienezza del Vangelo.
Avere il coraggio di non essere ortodossi e sfidare la tradizione, e pensare con la nostra testa, praticare ciò che crediamo e verificare che funzioni, sono tutti passi necessari, che ci preparano a ricevere una testimonianza ed accettare il vangelo restaurato. Questo era particolarmente vero per me, dato che non ho accettato di essere battezzato nella chiesa mormone per motivi sociali o per un interesse temporaneo, ma solo perché sono stato toccato dallo Spirito, dopo aver contemplato l’architettura semplice, ma potente, e la logica della dottrina mormone.
Ho sentito persone criticare ciò in cui credono i mormoni e dire che noi abbiamo delle menti semplici, a causa di ciò in cui crediamo; ma ho studiato molte religioni e filosofie e molto poche, o forse nessuna, può essere paragonata, secondo me, al vangelo restaurato di Gesù Cristo, in logica e chiarezza . Un semplice esempio è la sezione 76, dove sono descritti i regni di gloria. Anche se ci limitiamo a studiare i principi fondamentali del Vangelo, non possiamo evitare di vedere la perfezione del piano. Tuttavia, se andiamo più in profondità, ci rendiamo conto che c’è molto di più di quello che può essere inteso inizialmente.
Nonostante la meravigliosa logica del vangelo restaurato, la cosa più importante è che noi possiamo ricevere una testimonianza, in realtà molte di esse, e so per esperienza personale che è vero, in modo che non abbiamo bisogno di fare affidamento su altri o in una “fede cieca”, ma possiamo avere una fede basata su ciò che sappiamo essere vero, e questa fede e conoscenza, possono crescere, fino a diventare perfette.
Ho sempre creduto che la verità possa essere trovata. Non è una ricerca senza speranza. Ma non possiamo avere paura di cercarla in molti luoghi diversi e, alcuni di essi, possono essere strani, alieni alla nostra cultura ed esperienza. Abbiamo bisogno di credere che possiamo raggiungere i nostri obiettivi di conoscenza spirituale, a volte per tentativi ed errori, fino a trovare quello che stiamo cercando. Non possiamo delegare ad altri questa responsabilità e, a volte, dobbiamo lottare per essa.
Posso testimoniare, con tutta la mia convinzione, che la Scrittura che dice “cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Luca 11:9) è vera, perché il Signore mi ha guidato per mano, attraverso molteplici esperienze, fino a quando ho trovato quello che stavo davvero cercando, la vera Chiesa di Gesù Cristo, ancora una volta stabilita sulla terra.
Il Medioevo della mia vita è stato fugato, quando finalmente ho incontrato i missionari ed ero pronto a capire e ad accettare il loro messaggio. Non posso che essere grato di essere nato in un momento in cui la vera Chiesa era presente sulla faccia della terra. Non riesco a immaginare le difficoltà che gravavano sulle persone che cercavano di trovare la Chiesa, quando non era sulla terra.
Ho bisogno di riconoscere che devo alla Chiesa cattolica la mia prima limitata comprensione e fede in Gesù Cristo, fede che non mi ha mai lasciato, anche quando mi sono concentrato su altre religioni. Tuttavia, devo a queste altre religioni e filosofie, una migliore comprensione di molti principi veri e la costruzione di una mente aperta, che mi ha aiutato a non avere paura, quando ho finalmente trovato la vera Chiesa di Gesù Cristo.
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Giuseppe Martinengo, nativo di Vercelli, in Italia, ha conseguito una laurea in Scienze Sociali, alla UEL, in Brasile, e un Master in Amministrazione degli Affari e un Dottorato in Matrimonio, Famiglia e Sviluppo umano alla Brigham Young University. La sua ricerca si concentra su l’interfaccia lavoro-famiglia, e in una serie di documenti, a più riprese, usando equazioni strutturali e dati culturali IBM, Giuseppe ha analizzato le somiglianze e le differenze tra gruppi di lavoratori IBM, divisi per sesso, fasi della vita e culture. Giuseppe è diventato un membro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni nel 1985, quando ancora viveva in Italia. E’ sposato con Giovanna e ha quattro figli. Attualmente è Responsabile dell’Operatività aziendale della More Good Foundation, un’organizzazione non-profit dedicata alla promozione di una corretta informazione, via Internet, sulla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.
Posted June 2011